Regole dello shopping, voglia di t-shirt e di estate: anche se la prova costume è più difficile con i guanti

May 25, 2020

Le mascherine in vetrina di fianco ai vestiti, alle gonne, alle t-shirt. Sono un accessorio da ieri non più obbligatorio all'aperto, ma ancora indispensabile per comprare al supermercato, nei negozi. Da Cicles, corso Roma, si trovano con le paillettes, a pois, con fantasie che ricordano le ceramiche siciliane.


«Le facciamo preparare da un artigiano, apposta per noi ma, sinceramente, non vediamo l'ora di abbandonare la vendita perché significherebbe fine dell'emergenza» racconta Rodolfo Barbuto, titolare del negozio di abbigliamento per bambini e per adulti.


Ma cosa avrebbe voluto vedere durante questo nuovo inizio? «Sinceramente uno sconto per i parcheggi in centro città». Appena si entra si trovano i guanti, poi il gel «obbligatori per tutti, senza mascherina qui non si entra». Ammette che qualcosa è cambiato dall'inizio (complicato) della fase due: «Le prime due settimane sono state davvero difficili, soprattutto nell'approccio. Le persone si fermavano sulla porta e aspettavano un sì per entrare. Ho percepito molta paura, ma anche tanta solidarietà: i clienti ci vogliono bene e sono passati per comprare, per aiutarci, per salutare. Certo non c'è la folla che ci si aspettava. Ma c'è voglia di estate, si acquistano pantaloncini corti e t-shirt. Tutto con molta calma». E stando super attenti alle taglie.


È stato difficile vedere corso Roma vuoto, leggere il timore negli occhi di clienti che fino a qualche mese fa si fermavano anche solo per quattro chiacchiere e per il classico «posso dare un'occhiata?». L'occhiata, ora, si dà ma in modo completamente diverso: la merce si tocca poco e, comunque, con i guanti. Non è così semplice abbottonare un cardigan o infilare una maglietta attillata con le mani costrette nella plastica e con la mascherina addosso, dentro a un camerino.


La commessa aiuta: porge i capi uno per volta, è pronta a tirar su la cerniera, a sistemare con cura la giacca. Gesti diversi da quelli ai quali tutti- erano abituati. «All'inizio è stato più complicato e molti erano dubbiosi, non volevano provare i capi. Ora sì, son più sciolti e nessuno si dimentica i guanti. Per noi è importante non sbagliare la taglia: se prima si provavano 2-3 misure, adesso si cerca di adocchiare subito quella corretta». Anche perché ogni volta che si prova un capo, poi va sanificato. «Noi lo facciamo con un igienizzante a secco, preso in farmacia».


«Qui usiamo l'ozono» annuncia Simona Battista, del negozio La Castellana, in corso Acqui. «Questo - spiega, mostrandolo - è un macchinario che in pochi minuti igienizza tutto quello che lasciamo in camerino. Così noi siamo sicuri e lo sono anche i clienti». Cosa succede? Si prova una maglietta, sempre con guanti e mascherina e solo dopo essersi igienizzati le mani con il gel, poi si lascia appesa e si esce. Lei a quel punto entra, accende lo strumento per qualche minuto, spegne, la rimette a posto. Non fa fumo, si sente solo odore di pulito.


La gestione del flusso e del lavoro è completamente diversa rispetto a qualche mese fa: «Nei primi tre giorni di apertura - racconta - abbiamo distribuito cento paia di guanti. Ora tutti sono più informati e preparati, anche se capita che entrino senza e noi lo ricordiamo ogni volta. Ho dovuto dividere il negozio, che si può percorrere solo in senso orario e al massimo da due persone alla volta, anche se la metratura ci consentirebbe un numero più alto. Preferiamo così, pure se c'è qualcuno dello stesso nucleo familiare cerchiamo sempre di far mantenere le distanze. La mascherina stordisce e le persone tendono sempre ad avvicinarsi quando parlano. È davvero impegnativo, siamo più stanchi». Anche per i clienti è tutto diverso: ci sono tante azioni vietate; non si può più portare a casa, provare, riportare. Meglio far centro al primo colpo.

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