Abbigliamento per bambini, lavanderie e profumerie: «Meno clienti, ma è stato importante riaprire

2020/3/15

Negozi di abbigliamento per bambini, lavanderie e profumerie. Sono tre delle categorie di commercio al dettaglio (di cartolerie e librerie avevamo già parlato) che dal 14 aprile hanno potuto rialzare le saracinesche. A distanza di una settimana abbiamo cercato di capire qual è l'aria che si respira tra i negozianti di questi comparti.


Si è discusso dell'utilità di aprire i negozi di abbigliamento destinati ai più piccoli. «I bambini crescono in fretta - spiega Domenico de Il Dondolo - e non sempre è facile gestirne il guardaroba. Inoltre siamo in una fase di cambio di stagione, quindi è importante avere i vestiti pronti». Nei primi giorni dalla riapertura l'afflusso è stato lento, flebile. «Abbiamo venduto soprattutto corredini per neonati - spiega Paolo di Hicmos - perché le mamme si preparano prima per il lieto evento». Una buona fetta del fatturato, però, è rappresentata dalle cerimonie come le comunioni, rinviate a data da destinarsi. «C'è anche chi ha già acquistato l'abito elegante e ora deve, magari, sostituire il capo», dice Paolo.


Intanto tutti hanno scelto di fare orari ridotti, per evitare di esporsi troppo a rischi. «Noi lavoriamo molto su appuntamento - spiega Tiziana Bernocco - in modo da poter gestire l'accesso al negozio in tranquillità. Ci eravamo attrezzati con le spedizioni delle scarpe, ma riaprire è stato importante. Spero che tutti possano riaprire presto». D'obbligo mascherine, gel igienizzante e molta attenzione. «Con i bambini deve essere doppia. - commenta Domenico - Evitiamo di far fare la prova dell'abito o di far toccare la merce, cosa importante per il consumatore».


C'è molta diffidenza, paradossalmente, anche nelle lavanderie che fanno un uso importante di disinfettanti. Dal 14 la San Giorgio è tornata a servire i suoi clienti, scelta che non tutte le lavanderie coratine hanno adottato. «Entra in negozio un decimo della clientela - racconta Debora - e chi viene a lasciare vestiti e coperte invernali s'informa su come laviamo, che prodotti usiamo e ci chiede maggiore attenzione. Di nostro stiamo attenti anche alle cose più banali, disinfettiamo il bancone ad ogni cliente, igienizziamo le macchine e facciamo molta attenzione a cosa tocchiamo».


Infine, le profumerie. Alcune non hanno mai chiuso perché vendono articoli per la cura della persona, attività concessa sin dal primo decreto. E sono bagnoschiuma, disinfettanti e shampoo a tenere a galla quel tipo di profumerie. «Abbiamo registrato l'85% in meno della vendita di profumi - spiega Gianpaolo di Nancy - riusciamo a vendere creme per il viso, qualcosa di make up, cerette. Molte donne che prima si rivolgevano alle estetiste, ora fanno da sole».


Ha riaperto il 14 aprile, invece, la profumeria Piccininni. «Rispetto ad inizio lockdown c'è stata una buona risposta dei clienti in questa prima settimana. - spiega il titolare, Riccardo - Dopo un mese le persone avevano bisogno di cosmetici e prodotti per la pelle». Al palo, invece, valigeria, pelletteria e articoli da regalo. «Se siamo preoccupati? - conclude Riccardo - Certo che lo siamo ma ben venga quest'apertura. Non ci possiamo fermare».

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